Finalmente dopo numerose richieste avanzate da FIAB Perugia Pedala insieme a Legambiente Perugia e Valli del Tevere, approda in Consiglio Comunale la proposta di istituire nella nostra città una consulta per la mobilità ciclabile e sostenibile grazie ad un ordine del giorno presentato dalla consigliera Lucia Maddoli e fatto proprio da Partito Democratico e Idee Persone Perugia.
mercoledì 26 ottobre 2022
CONSULTA PER LA MOBILITA' CICLABILE E SOSTENIBILE
venerdì 29 luglio 2022
Ciclabile Val di Rocco
Ciclopedonale
di via Val di Rocco:
un’altra
occasione persa per Perugia
Il percorso ciclopedonale che il Comune di Perugia si appresta a
realizzare in via Val di Rocco, a Ponte Felcino, rischia di essere uno spreco
di risorse pubbliche per un’infrastruttura di dubbia utilità e che non è
prioritaria per sviluppare una valida ciclabilità urbana.
Facciamo un passo indietro: la Regione Umbria ha previsto di rinnovare
il percorso ciclopedonale di circa 20 km lungo il Tevere. Si tratta di un
itinerario prevalentemente ludico-sportivo che si innesta in più ampi itinerari
cicloturistici a valenza nazionale ma che potrebbe anche diventare asse di
collegamento tra le varie frazioni attraversate, da Ponte San Giovanni a Ponte
Pattoli, in chiave utilitaristica, ossia per coloro che si spostano in
bicicletta per le esigenze quotidiane (andare al lavoro, a scuola, raggiungere
servizi, negozi, residenze, ecc.).
Con quest’ottica, sono stati stanziati dei fondi per “potenziare e mettere a
sistema una rete di percorsi ciclo-pedonali per incentivare la mobilità “dolce”
sia da un punto di vista ludo-ricreativo, ma anche in un più ampio concetto
volto a favorire tale modalità di spostamenti nel contesto scolastico-lavorativo.”
L’intento
è positivo ed è in linea con la nostra idea di ciclabilità come mezzo di
spostamento per le esigenze quotidiane (in verità non solo per andare a scuola
o al lavoro ma per quasi ogni necessità di spostamento), con l’obiettivo di
ridurre l’uso esagerato dell’automobile in contesti dove muoversi a piedi o in
bicicletta potrebbe e dovrebbe esser la norma. La riteniamo una possibilità
concreta tanto che a inizio maggio abbiamo presentato al sindaco Romizi un’idea
di rete per Ponte Valleceppi, frazione presa ad esempio per palesare una
strategia di possibile intervento, da poter applicare anche in altre zone come
Ponte Felcino stessa.
Attraverso la delibera n.159 del 18/05/2022, il Consiglio comunale ha
approvato la realizzazione di un marciapiede ciclopedonale a doppio senso di
marcia con larghezza di 2,5 m e annessa illuminazione sul tratto a nord di via
Val di Rocco che va dall’attuale accesso al Percorso Verde lungo il Tevere, nei
pressi delle Piscine Thebris, fino alla strada Canneto Sant’Angelo.
L’infrastruttura prevede una spesa totale di ben 470 mila euro.
Sulla carta quindi un nuovo percorso a favore di pedoni e ciclisti e
quindi positivo, all’apparenza in linea con gli obiettivi posti. Se però
approfondiamo le cose, è davvero così? È questo che serve per migliorare la
mobilità pedonale e sviluppare quella ciclabile? Il tratto scelto è così
strategico per la mobilità dolce? Serve ad una ciclabilità di tipo
utilitaristico?
Abbiamo seri dubbi che la scelta fatta sia efficace e utile a
migliorare sensibilmente la mobilità ciclabile e pedonale.
Via Val di Rocco è una strada utile a superare la “barriera”
rappresentata da strada della Molinella (un’infrastruttura a doppio senso di
marcia ad elevato traffico che collega lo svincolo della E45 prima a Ponte Rio
e poi alla parte nord di Perugia e viceversa), collegando in direzione nord/sud
parte del territorio. Ma non è la sola: via della Ghisa ha la stessa funzione,
risultando però preferibile per il traffico di attraversamento perché è più
breve nel collegare tra loro via Dell’Ala (che arriva da Ponte Felcino) a via
Carucciola (che arriva da Ponte Valleceppi) e viceversa.
Via Val di Rocco è quindi una seconda scelta per l’attraversamento
nord/sud e ha pertanto molte meno auto in transito, in particolare nel tratto a
nord, dove è previsto l’intervento: una strada ridondante a bassissimo traffico
totalmente priva di servizi, attività o residenze lungo il suo percorso (ad
eccezione di un’unica abitazione). Diversamente il tratto a sud, che si
ricongiunge a via Carucciola, e che è di accesso alle attività e alle strade
locali presenti in quella zona ha maggior traffico anche pesante.
Il tratto quindi scelto dal nuovo percorso ciclopedonale è totalmente
privo di attrattività e interesse: per come è concepito si percorrerà solo ed
esclusivamente per andare verso lo specifico accesso al Percorso Verde lungo il
Tevere, in prossimità delle Piscine Thebris. La riteniamo decisamente debole
come scelta.
Tanto più che il percorso parte (o termina a seconda di come la si
intende) nel “nulla”, all’incrocio con strada Canneto Sant’Angelo, dove mancano
percorsi per la mobilità dolce. Risulta quindi un percorso fine a sé stesso,
nell’immediato, con i possibili utenti che dovranno raggiungerlo in condizioni
di insicurezza e poi percorrerlo senza particolare interesse, visto il contesto
in cui si inserisce.
Foto 1: Incrocio via Val di Rocco - strada Canneto Sant’Angelo. Punto dove terminerà il percorso
Un percorso ciclabile non è però solamente un collegamento tra punto
iniziale e finale ma deve essere un’infrastruttura quanto più possibile
permeabile nella sua estensione, così da attrarre più utenti possibile.
Allora tra i due tratti, è forse quello a sud, a dover essere
infrastrutturato per i ciclisti che così da Ponte Felcino, Ponte Valleceppi e
oltre, tramite l’uso dell’asse ciclopedonale lungo il Tevere possono
raggiungere luoghi di lavoro, attività e servizi che si trovano in questa zona
in totale sicurezza e piacevolezza.
L’amministrazione ha previsto altri percorsi a formare una rete urbana
sommaria dove sono previsti altri nuovi accessi all’asse ciclopedonale
lungo il Tevere (da qui l’ulteriore poca utilità del collegamento previsto), ma
non si sanno ancora i tempi di realizzazione di questi tratti e anche a rete
completa, questo percorso resta comunque poco strategico. Allora perchè partire
proprio da qui invece che da altri tratti interni a Ponte Felcino che sono ben
più utili fin da subito? Non è chiaro.
Immagine 1: Rete ciclabile prevista a Ponte Felcino
Anche in previsione di una futura espansione urbana su questa strada
(poco distante è prevista una nuova area commerciale), resta l’inutilità,
nell’immediato, di questo percorso e in quel caso la scelta poco valida di un
percorso ciclopedonale. In un contesto esterno al centro abitato, dove non c’è
alcun punto di interesse, possiamo immaginare che i pedoni e i ciclisti saranno
piuttosto pochi, quindi, pur non ritenendola una soluzione ideale, può essere anche
accettabile condividere lo stesso spazio tra questi due utenti della strada. Se
però il contesto cambia e ci si aspetta un deciso aumento di pedoni e ciclisti,
allora questa soluzione è da evitare il più possibile perché mette in
conflitto, su uno spazio ridotto, due utenti della strada che hanno
caratteristiche diverse, svantaggiandoli entrambi. I pedoni si muovono a bassa
velocità e vogliono sentirsi sicuri di passeggiare in uno spazio a loro
dedicato senza timore di esser investiti da chi si muove su due ruote. Al tempo
stesso, i ciclisti, che si muovono per fini utilitaristici (andare al lavoro, a
scuola, per raggiungere servizi, negozi, residenze, ecc.), hanno necessità di
spostarsi rapidamente e trovarsi continuamente pedoni in movimento sul loro
itinerario rappresenta sia un pericolo che un disagio. Pertanto è uno sbaglio e
un controsenso realizzare un percorso ciclopedonale in ambito urbano, se si
vuole potenziare la mobilità pedonale e ciclabile nel territorio, tanto che non
è una soluzione più usata in Europa da tempo.
Senza però fare ipotesi future e rimanendo sull’attualità, a questo
punto era così fondamentale investire risorse proprio in questo tratto dove gli
utenti sono pochi? Riteniamo fosse molto più ragionare sui percorsi interni al
centro abitato, già peraltro previsti (via dell’Ala e via Marchesi),
aggiungendone altri a formare una rete davvero efficace per gli spostamenti
quotidiani all’interno di Ponte Felcino. È dove sono servizi, attività,
residenze, ecc che c’è più interesse a spostarsi anche in bicicletta.
Foto 4: Via Val di Rocco tratto nord. Una strada di campagna priva di attività e di incroci
Se poi necessariamente si deve intervenire proprio nel tratto di
strada previsto, riteniamo si potessero valutare soluzioni meno onerose,
impiegando le risorse risparmiate nei tratti più strategici detti prima.
Proponiamo alcune suggestioni, come spunto di discussione che hanno il
vantaggio di costare molto meno, essendo ugualmente efficaci in questo contesto.
Considerando il bassissimo traffico veicolare, si poteva agire diversamente,
moderando da una parte le velocità delle auto e dall’altra realizzando interventi
più soft come una strada ciclabile, dove il ciclista ha la precedenza, o magari
corsie ciclabili monodirezionali, dove le auto possono lasciare spazio ai lati
della strada alle biciclette quando non arrivano veicoli nel senso opposto. Oppure
si poteva agire in maniera più coraggiosa, limitando ulteriormente l’accessibilità
per le auto, magari ai soli residenti di quell’unica abitazione presente, ma
aumentandola per pedoni e ciclisti che la possono usare in sicurezza senza
necessità di interventi particolari o chiudendo proprio al traffico veicolare
il tratto che va dall’abitazione al sottopasso (essendo presente via della Ghisa)
e lasciarlo invece percorribile da pedoni e ciclisti. Per l’illuminazione si
potrebbe potenziare, nei punti dove serve, quella presente su via della
Molinella che in buona parte è sufficiente già ora.
Le possibilità sono molteplici e non si limitano a questi input. Resta
a nostro avviso immotivata la scelta di questo specifico tratto e spropositato
il costo dell’intervento previsto in relazione ai benefici che si otterranno,
quando ci sono tante altre aree che necessiterebbero prioritariamente di interventi
per favorire la mobilità ciclabile.
In questo
modo chi vuole andare nella zona della Pineta sulla ciclabile del Tevere, sia
che provenga da Perugia (Ponte Rio), o da via dell'Ala, o da Via Carucciola o
dalla provinciale oltre la E45, dovrà fare un tragitto per la gran parte lungo
strade trafficate e pericolose e solo l'ultimo km su una strada secondaria per
nulla trafficata e priva di intersezioni, per l'appunto via Val di Rocco lato
nord. Con questo progetto che il Comune si accinge a mettere in opera, tutta la
parte di tragitto lungo strade trafficate e pericolose resta invariata, mentre
ci sarà la pista ciclopedonale per l'ultimo chilometro dove il bisogno di
intervenire è minimo se non nullo.
Inoltre, per fare spazio alla nuova pista ciclopedonale, quel tratto
di via Val di Rocco diventerà a senso unico, obbligando i residenti dell’unica
abitazione presente a percorrere inutilmente un paio di km in più ogni volta
che devono fare rientro a casa propria.
Come FIAB Perugia Pedala e Legambiente Umbria da tempo sollecitiamo il
Comune di Perugia a coinvolgerci nelle scelte in ambito di mobilità sostenibile
e in particolare di mobilità ciclabile. Questo non perché vogliamo imporre la
nostra visione, ma semplicemente perché essendo tra le associazioni più attente
ai temi della mobilità urbana (oltre ad avere tra i nostri iscritti molti
ciclisti urbani), insieme potremmo trovare soluzioni più efficaci per
raggiungere l’obiettivo condiviso di favorire la ciclabilità urbana di tipo
utilitaristico che il Comune in più occasioni dichiara di voler perseguire.
Tanto più che abbiamo collaborato attivamente e positivamente un paio di anni
fa con l’amministrazione, nel definire una vera e propria rete ciclabile per
Ponte San Giovanni che è entrata poi a far parte del più vasto e articolato
programma Pinqua di recente approvazione e imminente realizzazione.
Ma questi risultati andrebbero estesi a tutta la città. Perugia sconta
un’arretratezza storica in termini di infrastrutture per la ciclabilità e non
si può permettere di perdere ulteriore tempo e risorse facendo errori
grossolani e attuando interventi inefficaci che non porteranno ai risultati
sperati.
La ciclabile via Val di Rocco rappresenta appieno un approccio
sbagliato alla ciclabilità e un’occasione persa che non servirà a modificare le
abitudini dei cittadini.
martedì 22 febbraio 2022
Lettera di Fiab Perugia Pedala APS, Legambiente Perugia e UdU a Sindaco e assessori per sollecitare la ripresa di un tavolo di confronto permanente sui temi della mobilità
c.a: Sindaco Andrea Romizi
Ass. Otello Numerini
Ass. Margherita Scoccia
Ass. Luca Merli
p.c: Cons. Cristiana Casaioli
Ing. Margherita Ambrosi
siamo nuovamente a scriverVi per sollecitare la ripresa di un tavolo
di confronto permanente sui temi della mobilità, in particolare quella
ciclabile e pedonale, come fatto anche lo scorso
27 gennaio direttamente al Sindaco Romizi, con
nostro rammarico a tutt’oggi senza esito.
Durante l’ultimo incontro avvenuto lo scorso 26 ottobre, alla presenza del Sindaco, Vostra e dell’assessore Giottoli, oltre la dirigente del settore Margherita Ambrosi, ci si era lasciati con l’impegno ad aggiornarci dopo le festività natalizie; purtroppo non abbiamo più ricevuto riscontri, neanche alle proposte e osservazioni che, come concordato, ci eravamo impegnati a fornire a seguito dell’incontro stesso, e inviate via email il 15 dicembre scorso, ove ribadivamo anche la nostra piena disponibilità a collaborare con l’Amministrazione.
Le proposte e le osservazioni che avevamo inviato riguardavano da un lato la zona Bellocchio, e dall’altro proposte di carattere generale per la promozione della ciclabilità, che discutemmo brevemente nel corso dell’incontro, dopo averle presentate più volte sia direttamente che in documenti inviati all’Amministrazione (alleghiamo nuovamente documento).
Recentemente, abbiamo poi appreso dalla stampa locale e nazionale importantissime novità riguardo al finanziamento di rilevanti progetti presentati dal Comune, ci riferiamo in particolare:
- Il Bando “Rigenerazione Urbana”, che prevede tra le altre cose la ricucitura del percorso ciclabile del Tevere con i centri urbani di Ponte San Giovanni, Ponte Felcino, Villa Pitignano e Ponte Valleceppi, finanziato per complessivi 10 milioni di euro, nonché la realizzazione di collegamenti ciclabili interni alle suddette aree urbane;
- Finanziamento da risorse PNNR per 10 km di collegamenti ciclabili tra le aree di Sant’Andrea delle Fratte, San Sisto, Pian di Massiano, Fontivegge e Porta Conca, di notevole valenza anche per la mobilità studentesca e universitaria, per un totale di 2,6 milioni di euro.
Su entrambi questi progetti, che se ben realizzati potrebbero dare un importante impulso alla mobilità ciclabile, sostenibile e alternativa all’auto privata, ribadiamo la nostra piena disponibilità a una collaborazione attiva, partendo dalle nostre conoscenze, dalle competenze interne e delle nostre associazioni nazionali di riferimento e, non da ultimo, dall’esperienza di chi usa la bici quotidianamente per i propri spostamenti urbani, chiedendo però contemporaneamente che i ragionamenti e i confronti trovino poi una loro realizzazione pratica e fattuale.
Ribadiamo la richiesta di un tavolo tecnico di confronto tra Comune e Associazioni, sul modello di quello attuato
tra settembre e dicembre 2020,
che ha portato all’elaborazione di un
piano dei collegamenti ciclabili a Ponte San Giovanni (ripresi poi all’interno del Progetto PINQUA,
anch’esso finanziato) e San Sisto (quest’ultimo da completare, ma in gran parte già elaborato).
Rinnoviamo inoltre la proposta
di istituire una Consulta della Mobilità
ciclistica e sostenibile, sull’esempio
di quanto si sta realizzando anche in altre città umbre (es: Foligno)
e italiane, col compito di elaborare proposte
e osservazioni in questa importante fase legata al Next Generation EU.
Un punto importante che ci preme sottolineare è che l’obiettivo di tutti questi progetti deve essere quello di portare quante
più persone a scegliere la bici per almeno una parte dei propri spostamenti quotidiani (casa-lavoro,
casa-scuola, fare la spesa, tempo libero, ecc), ovvero in alternativa all’uso
dell’auto privata: pertanto, i percorsi e collegamenti ciclabili
(piste, ma anche
corsie, zone 30, strade scolastiche, ecc) devono essere principalmente diretti
e sicuri, non tortuosi
e nascosti.
Questo è per noi il momento di proiettare Perugia su una nuova idea di mobilità, come già da anni stanno facendo diverse città italiane e umbre (Terni e Foligno), anche dietro l’impulso dei Decreti Rilancio e Semplificazione (2020) e delle modifiche al Codice della Strada, che hanno introdotto importanti novità adeguandosi alle migliori pratiche europee e internazionali.
Un esempio di questo riguarda proprio il finanziamento ottenuto in base al Decreto del 12/08/2020, che aveva assegnato a Perugia circa 838.000€, che avrebbero dovuto finanziare, queste le intenzioni del Ministero, “interventi urgenti di mobilità ciclistica”, quali le corsie ciclabili, le strade scolastiche, ecc. (ne parlammo in un documento indirizzato alla Vs attenzione già a marzo del 2021). A nostro avviso, e lo abbiamo detto sia a Voi personalmente che pubblicamente, è stato un errore non aver colto l’opportunità e l’urgenza impiegando i fondi per lo scopo cui erano destinati, e dando così impulso, in tempo di crisi pandemica, alla mobilità ciclistica sostenibile e alternativa all’auto.
Inizialmente era stato previsto un utilizzo a metà tra i progetti di Ponte San Giovanni e San Sisto, successivamente l’Assessore Numerini e la dirigente del settore Ambrosi ci comunicarono che i fondi erano stati messi interamente a co-finanziamento del Progetto PINQUA a Ponte San Giovanni.
Per quel che ci risulta, gli interventi finanziati dal suddetto decreto dovrebbero essere interamente realizzati e rendicontati entro agosto 2022: è così? Nel caso, come pensate di intervenire visto che mancano pochissimi mesi?
In conclusione: Perugia si trova di fronte a un’opportunità unica per dare impulso alla mobilità sostenibile, in specifico ciclabile, ed è fondamentale centrare l’obiettivo che è, lo ribadiamo, rendere possibile, praticabile e appetibile la scelta della bici come mezzo di trasporto quotidiano. Non è sufficiente realizzare km di piste ciclabili se questi non rispondono principalmente all’esigenza di chi pedala, o potrebbe e vorrebbe farlo: sicurezza e linearità dei percorsi. Occorre lavorare con convinzione sulle zone 30 e in generale su come calmierare la velocità e il traffico e rendere più sicuro il transito inevitabilmente promiscuo di auto, bici e pedoni.
Auspichiamo che l’Amministrazione tenga tutto ciò nella dovuta considerazione e confermiamo l’interesse e la disponibilità a contribuire alla riuscita del percorso.
In attesa di un Vostro cortese riscontro, rivolgiamo i nostri più cordiali saluti.
Perugia, 18/02/2022
Paolo Festi (FIAB Perugia Pedala)
Giovanni Carmignani (Circolo Legambiente Perugia e Valli del Tevere)
Ettore Ranocchia (UDU Perugia)
MISURE PER PROMUOVERE L’USO DELLA BICI NEGLI SPOSTAMENTI IN CITTA’
Utilizzo delle
corsie preferenziali Bus/Taxi
per le bici
Legalizzare l’utilizzo delle corsie preferenziali Bus/Taxi per le
biciclette: Via Cesare Battisti, Via Pinturicchio, via Fabretti, Via Mentana, Via della Pallotta, via Pellas, tratto
terminale di Fiorenzo
Di Lorenzo, ecc. mediante apposizione di segnaletica verticale sia
nella corsia interessata con espressa indicazione della possibilità di percorrenza per le bici che nella corsia
opposta con segnale di pericolo (bus e bici in senso contrario) e segnaletica orizzontale (pittogramma bici vicino alla scritta BUS).
Per via Cesare Battisti, via Pinturicchio e via Fabretti
esiste addirittura l’ordinanza n. 92 del 1999 (!!!)
che MAI ha trovato applicazione per mancata apposizione della segnaletica.
Stalli e rastrelliere
Aumentare sensibilmente il numero degli stalli per parcheggiare le bici in modo da poterne assicurare il telaio con catene e/o lucchetti a U
in punti strategici della città dove ci sono punti di
attrazione.
I luoghi dove posizionare gli stalli dovrebbero avere alcune caratteristiche:
- Essere ben visibili e non nascosti
- Possibilmente in un’area dove c’è pubblica videosorveglianza e pubblica illuminazione
- Avere adeguata protezione (con arredi urbani o ostacoli naturali o altro) per non far parcheggiare auto a ridosso o causare altri tipi di intralcio
- Posizionarli in luoghi che così potrebbero essere sottratti al fenomeno di “sosta selvaggia” (ad esempio piazza Danti o in fondo alle Scalette di Sant’Ercolano)
- Laddove possibile, dove ci sia copertura contro le intemperie
- Apporre un cartello rettangolare indicante parcheggio bici
Per fare qualche esempio degli attuali (pochi) stalli presenti:
-
Piazza Morlacchi è ottimo perché appena a fianco dell’ingresso della biblioteca universitaria, ben visibile e protetto dalle fioriere che delimitano l’area
-
San Francesco al Prato non va bene perché le auto vi parcheggiano davanti
causando anche urti contro gli stessi e conseguenti cadute.
-
Piazza Fortebraccio è pessimo perché nascosto alla
vista e dopo le recenti modifiche sono in pratica all’interno dei
posti auto
- Facoltà di Agraria a S.Pietro sono ben visibili e vicini all’ingresso ma immediatamente a fianco del posto auto riservato ai mezzi di soccorso e di fatto inutilizzabili.
- In Piazza Partigiani sono piuttosto nascosti
- In Piazza Italia vanno bene
Inoltre bisognerebbe cominciare anche dai luoghi pubblici come ad esempio le sedi comunali (URP e altre aperte al pubblico). In primis piazza Cecilia Coppoli e il costruendo centro a Ponte San Giovanni.
Infine valutare in accordo con Sipa di piazzare alcuni stalli nei parcheggi coperti (ovviamente a titolo gratuito) da loro gestiti. Possono essere particolarmente appetibili anche per i cicloturisti a patto che siano ben evidenziati e data adeguata comunicazione della possibilità di lasciare lì la bici e godersi il centro storico a piedi (ha molto più appeal lasciare la bici al chiuso in un posto tutto sommato sicuro e farsi la rocca paolina e il centro a piedi che non girovagare con la bici senza sapere dove lasciarla nelle varie tappe turistiche).
Consentire e promuovere presso negozi o altri centri di interesse (CVA, circoli, palestre, ecc.) di poter installare rastrelliere per bici, ovviamente dietro autorizzazione in luoghi che non causino intralcio, a loro spese, ma con totale esenzione dell’imposta comunale di occupazione suolo pubblico.
Applicazione
dell’art. 8 comma 4 della Legge
2/2018
“I comuni prevedono nei regolamenti edilizi misure finalizzate alla
realizzazione di spazi comuni e attrezzati per il deposito
di biciclette negli edifici adibiti
a residenza e ad attivita' terziarie o produttive e nelle strutture pubbliche.”
Si tratta quindi di modificare il regolamento edilizio obbligando,
laddove è prevista la realizzazione di posti
auto, di installare stalli per le bici in misura proporzionale al numero
di posti auto previsti. Anche in questo caso
cercando di privilegiare la comodità (ad esempio a fianco dell’ingresso
principale dell’edificio), la visibilità, la sicurezza (videosorveglianza e illuminazione se presenti,
riparo dalle intemperie, ecc.).
Obiettivi più a medio-lungo termine
- Realizzazione di un BICIPLAN, anche recependo il recente lavoro fatto a Terni
- Aprire ad accordi con aziende, scuole, università ed enti pubblici per favorire il bike to work e bike to school (creazione di percorsi ciclabili, agevolazioni per realizzare luoghi di ricovero in sicurezza delle bici, incentivi per chi va al lavoro in bicicletta, ecc.)
- Sistema di “punzonatura” comunale per scoraggiare i furti mediante apposizione di un marchio e di una etichetta indelebile (esempi Pescara, Venezia, Rovereto, Palermo, Padova, Treviso, ecc.)
- Interloquire con Trenitalia e Busitalia (? Gestione ex FCU) per favorire l’uso del treno+bici per i pendolari, anche prevedendo gratuità del supplemento bici per chi utilizza il treno nell’area attualmente coperta dal biglietto urbano “UP” (quindi da Solfagnano a S.Martino in Campo e da PSG a S. Anna per FCU e tra PSG e Ellera per linea FS)
- In sede di progettazione definitiva del BRT valutare eventuali migliorie che favoriscano l’uso delle biciclette (corsie ciclabili, ecc.)