Al Presidente della Provincia di Perugia Luciano
Bacchetta
Al
Dirigente Servizio Gestione Viabilità Andrea Rapicetta
Oggetto: istituzione del limite di velocità di 5 km/h in
alcuni tratti di strade provinciali
Gent.mi,
le scriventi associazioni FIAB Perugia Pedala e FIAB
Marsciano – Amici della Bicicletta, associate a FIAB Italia (Federazione
Italiana Ambiente e Bicicletta), Federazione riconosciuta dal Ministero delle
Infrastrutture e presente a vari Tavoli di consultazione a livello nazionale e
locale, e facenti parte del Coordinamento FIAB Umbria, comprendente anche le
Associazioni di Foligno, Gubbio e Terni, sono impegnate nella promozione della
mobilità sostenibile, sia urbana che come forma di turismo, in particolare per
quanto riguarda l’uso della bicicletta.
Abbiamo letto con viva preoccupazione la notizia che in
un tratto di circa 15 km della SP n. 340 è stato istituito il limite di
velocità per le biciclette a 5 km orari per via del fondo stradale degradato.
Non solo, sempre da fonti di stampa locale, pare che lo
stesso limite sarà via via implementato in altri tratti di strade provinciali.
Pur comprendendo la preoccupazione che sta alla base di
tale decisione, ci preme sottolineare che il rimedio rischia di essere peggiore
del male.
Ammettendo (probabilmente in maniera ipocrita) che tale
limite venga rispettato da chi percorre quelle strade in bicicletta, questo,
oltre a mortificare i tempi di percorrenza, aumenterebbe in maniera
esponenziale i rischi per gli utilizzatori dei mezzi a due ruote per una serie
di motivi:
-
La
velocità di 5 km/h è di per sé difficile, se non impossibile, da mantenere;
l’equilibrio sui pedali è instabile e questo potrebbe provocare maggiori
possibilità di rischio di cadute, nonché maggiori difficoltà nell’effettuare
manovre che si dovessero rendere necessarie in particolari situazioni;
-
In
caso di provenienza da dietro di un veicolo (autovettura o camion) nello stesso
senso di marcia, il differenziale di velocità tra i due mezzi riduce
drasticamente il tempo a disposizione del guidatore nel percepire il pericolo
di un ostacolo poco più che fermo lungo la propria corsia di percorrenza e di
conseguenza gli spazi di frenata nel caso in cui non sia possibile procedere al
sorpasso. Rischio ancor più evidente quando ciò avviene appena dopo una curva,
magari nei tratti di discesa.
Lo stesso ciclista ha meno tempo per
percepire l’incombente pericolo.
-
La
velocità di 5 km/h è la velocità di quando si cammina a piedi. E non a caso i
pedoni sono obbligati a circolare lungo il bordo strada opposto a quello della
direzione di marcia, proprio per avere maggior possibilità nel percepire i
pericoli ed eventualmente porre in essere tutte le misure di precauzione per
evitare pericoli.
Tutti motivi che indurrebbero il ciclista a non
rispettare paradossalmente tale limite per motivi di sicurezza; di fatto, il ciclista viene quindi
messo nella condizione di dover scegliere se non rispettare la norma o se veder
aumentare il rischio di possibili incidenti con altri veicoli, con esiti
probabilmente più infausti di eventuali cadute a causa di buche.
Un trattamento che francamente la categoria non merita.
Ancor più preoccupante sarebbe adottare come misura
alternativa il divieto totale di percorrenza di quelle strade per le biciclette.
Lungi da noi voler far passare messaggi del tipo che i
ciclisti non siano tenuti ad osservare le norme e le precauzioni che tutti gli
utenti della strada dovrebbero osservare; riteniamo però, a maggior ragione in
una fase storica dove si cerca di incentivare la mobilità dolce, di cui la
bicicletta è il mezzo più rappresentativo e simbolico, che con questo tipo di
decisioni si vada in direzione opposta.
In caso di asfalto particolarmente degradato, va anche
considerato che il ciclista, alla costante ricerca di tragitti meno trafficati,
è comunque maggiormente predisposto a percorrere terreni accidentati di ogni
tipo; riteniamo pertanto sia più saggio adottare misure di tipo diverso, di
natura più persuasiva che impositiva, come ad esempio possono essere cartelli
di pericolo che avvisano delle condizioni del fondo stradale.
A supporto di quanto sosteniamo, ci pare corretto anche
fare appello alla legge n. 366/1998 recante "Norme per
il finanziamento della mobilità ciclistica", oltre a incentivare, con un
apposito fondo presso il Ministero dei Trasporti (art. 3) la realizzazione di
interventi necessari allo sviluppo e alla sicurezza stradale del trasporto
ciclistico urbano e turistico, all'art. 10, commi 1 e 2, apportando modifiche
al nuovo Codice della strada, ha posto l'obbligo per gli Enti proprietari delle
strade di realizzare piste e percorsi ciclabili adiacenti sia a strade di nuova
costruzione sia a strade oggetto di manutenzione straordinaria.
Ci preme anche sottolineare la potenzialità di questi
percorsi locali, adattissimi allo sviluppo di un turismo sostenibile ed in
particolare al cicloturismo, dato che costituiscono importanti collegamenti tra
Perugia, Marsciano ed il lago Trasimeno. Una tendenza del turismo in fortissima
crescita negli ultimi anni, che attira e concentra investimenti locali e
nazionali, in quanto favorisce lo sviluppo economico dei territori coinvolti, e
perciò vista favorevolmente e incentivata dalle amministrazioni comunali e
regionale.
Con la presente siamo quindi a chiedere di rivedere
profondamente nel merito la posizione assunta dall’Amministrazione Provinciale
e ci rendiamo disponibili per un eventuale incontro per affrontare il problema
in maniera più dettagliata e cercare soluzioni che possano mettere insieme la
sicurezza e una “serena” fruibilità delle strade da parte dei ciclisti.
In attesa di un Vostro riscontro, porgiamo cordiali
saluti.
Perugia, 25/01/2021
Paolo Festi – Presidente FIAB Perugia Pedala 340 4685074 presidente@fiabperugiapedala.org
Micaela Doretto – Presidente FIAB Marsciano Amici della
Bicicletta 347 8300025 fiabmarsciano@gmail.com
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