Il TAR dell’Umbria accoglie il ricorso di Fiab Perugia e FIAB Marsciano. Sospesa l’ordinanza della Provincia di Perugia: imponeva il limite di 5 km/h per le biciclette lungo 125 chilometri di strade nella Media Valle del Tevere
Il TAR dell’Umbria ha accolto l’istanza cautelare presentata da Fiab Perugia Pedala APS e Fiab Amici della Bicicletta Marsciano sospendendo l’Ordinanza n. 15/2021 con la quale la Provincia di Perugia ha invaso di cartelli con limite di velocità per le biciclette a 5 km/h circa 125 km di strade provinciali nell’area marscianese e tuderte.
I giudici hanno ravvisato come il provvedimento in
esame appaia a prima vista irragionevole e sproporzionato poiché impone ai ciclisti di mantenere, anche nei
tratti di strada non particolarmente deformati, una velocità tale da non poter
condurre agevolmente il mezzo in condizioni di sicurezza.
L’avvocato Alessandra Bircolotti, legale delle due
associazioni, aveva ben evidenziato nel ricorso come tale ordinanza non
rispondeva ad alcuna oggettiva necessità e la non fondatezza delle motivazioni
addotte dalla Provincia di Perugia.
L’udienza di merito è stata fissata per il 26 ottobre. Nel frattempo i cartelli con i limiti di velocità a 5 km/h devono essere rimossi e anche in vista della prossima estate eviteremo di accogliere in maniera ostile i cicloturisti che decideranno di far visita nella nostra regione.
La verità è che la Provincia
di Perugia cercava solo di tutelarsi da eventuali richieste di risarcimento in
caso di gravi lesioni che dovesse subire chi va in bicicletta in seguito a una
caduta dovuta alle cattive condizioni stradali.
ALCUNE NOTE TECNICHE
Esistono infatti
già i normali segnali di pericolo per avvertire della presenza di avvallamenti
o dissesti stradali.
L’articolo 141
del Codice della Strada impone a
chiunque di adeguare la propria velocità in base alle condizioni di strada,
traffico e meteo e non c’è bisogno di queste assurde imposizioni che, oltre che
ingenerare un pericoloso senso di inutilità della segnaletica stradale, si
rivelano dannose da qualunque parte le si osservi. Perché il ciclista veniva
messo o nelle condizioni di infrangere le norme, dal momento che è impensabile
nonché molto difficile osservare la velocità massima di 5 km/h per chilometri e
chilometri di strade secondarie a scarso volume di traffico, o, nel caso avesse
deciso di adeguare la velocità a tale limite, rischiare per la propria
incolumità dal momento che andando a 5 km/h aumenta notevolmente il
differenziale di velocità tra la bicicletta e gli altri veicoli incrementando
esponenzialmente il rischio di tamponamento e di danni gravi in caso di
impatto.
Era una ordinanza che danneggiava inoltre l’utenza a due ruote. E’ notorio che la misura più efficace per la sicurezza di chi va in bicicletta è che vi sia un maggior numero di biciclette presenti nelle strade e una misura del genere non fa che scoraggiarne l’uso e far sentire il ciclista come un utente “indesiderato”. Senza contare i danni a tutto il comparto cicloturistico.
Da ultimo un
paio di considerazioni amare.
Fiab aveva cercato sin dal
primo giorno di instaurare un dialogo con la Provincia di Perugia per cercare
una soluzione plausibile che cercasse di ottemperare sia le esigenze di
sicurezza per tutti gli utenti della strada sia una serena fruizione delle
stesse da parte di chi le percorre in bicicletta. Richiesta di dialogo che però è rimasta senza risposta e che ci ha
costretto a dover ricorrere fino al Tar.
Inoltre dobbiamo registrare
come abbiamo dovuto portare avanti
questa battaglia di dignità per tutto il popolo delle due ruote (oltre al
limite di 5 km/h per le biciclette, l’ordinanza prevedeva anche il limite di 10
km/h per le moto) nella più completa
solitudine. Nessun atto, nemmeno
mezza esternazione da parte di tutte le altre istituzioni locali che abbiamo
cercato di coinvolgere e che a parole si professano grandi sostenitrici della
mobilità sostenibile e del valore del cicloturismo.
Paolo Festi – Presidente Fiab Perugia Pedala APS
Micaela Doretto – Presidente Fiab Amici della Bicicletta Marsciano
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